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Intervista a Pietro Vitiello, AD Logcenter: Industria 4.0
20 Ottobre
2021

L'esperto risponde


L'imprenditore Pietro Vitiello, AD di Logcenter, racconta le imprese di oggi e la transizione per l’Industria 4.0 in atto

L'imprenditore Pietro Vitiello, AD di Logcenter, racconta le imprese di oggi e la transizione per l’Industria 4.0 in atto

Quando parliamo di competitività e transizione 4.0, considerare le tecniche automazione e di differenziazione rispetto alla concorrenza è davvero fondamentale.

Infatti, secondo l’Osservatorio Industria 4.0, già nel 2020 il mercato dell’Industria 4.0 valeva 3,9 miliardi di euro, con una crescita del 22% rispetto all’anno precedente. Forte è l’accelerazione verso soluzioni Cloud e Analytics per la supply chain, oltre all’IoT per le fabbriche, mentre si affacciano le prime applicazioni di intelligenza artificiale (il 7% delle imprese ne ha già implementata qualcuna). Anche se, spesso, il ritorno d’investimento non è immediato, solo l’1% delle imprese è deluso dalle soluzioni 4.0, prospettando un panorama davvero interessante per chi vuole cavalcare l’onda di questa nuova trasformazione industriale.

Per questo abbiamo chiesto a Pietro Vitiello, AD di Logcenter Srl, laureato in Scienze dell’Economia e delle Imprese ed esperto di logistica integrata, di raccontarci in quest’intervista le sfide che interessano i nuovi processi di sviluppo delle imprese che intendono fare innovazione.


Cosa significa, nel 2021, essere un imprenditore?
Cosa significa, nel 2021, essere un imprenditore?

Personalmente, ricordo una frase che rimase impressa nella mia mente quando partecipai ad un convegno di Confindustria, intorno agli anni 2000: Montezemolo ne era, allora, presidente e disse: “Fare impresa è difficile, farla al Sud è veramente un’impresa”. Ora che sono in un’età più avanzata posso notare che è veramente così; e questa è una frase che ho fatto mia, poiché nel 2021, se consideriamo gli avvenimenti più recenti, possiamo affermare che, con il Covid e tutte le conseguenze della pandemia, siamo purtroppo messi male qui al Sud.

Quali sono i cambiamenti necessari a cui non può sottrarsi il processo di sviluppo di un’azienda competitiva?

Partirei innanzitutto da un concetto di base, ovvero che la nostra generazione, quella dei “nuovi imprenditori”, lotta costantemente con gli imprenditori “old style”. Questo si verifica perché, in passato, i pilastri fondamentali delle aziende erano tre: amministrazione, produzione e vendita. Poi qualcosa è cambiato: oggi, i “nuovi imprenditori” devono necessariamente aggiungere ai precedenti altri due pilastri, ovvero marketing e risorse umane. Oggi, infatti, investire nelle risorse umane è di fondamentale importanza e ti pone all’avanguardia rispetto agli altri. Se parliamo dello sviluppo di un’azienda, dobbiamo tenere presente che è importante riuscire ad essere più competitivi; se non parti dalla differenziazione rispetto alla concorrenza, sei uno dei tanti. Basti pensare che, oggi, Amazon ha risolto un problema perché ha innovato un processo, vendendo prodotti di altri e permettendo a tutti di comprare senza alzarsi dal divano. Saper innovare, quindi, è di fondamentale importanza.

Può parlarci dei progetti a cui sta attualmente lavorando?

Il gruppo Logcenter è un vero e proprio sistema, nel quale coesistono diverse divisioni aziendali, dove ognuna ha obiettivi e target diversi.

La divisione “Moving innovation” è particolarmente concentrata nel dare supporto alle aziende che hanno deciso di investire nella modernizzazione e interconnessione dei propri beni strumentali, nello specifico le aziende che possono godere del 95% del credito d’imposta. La rivoluzione di Industria 4.0 è sinonimo di automazione industriale; nuove tecnologie produttive che hanno lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la qualità e la produttività degli impianti. E noi siamo il partner ideale per le aziende che vogliono operare nella cultura e l’eccellenza della logistica integrata.

Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di estendere la filosofia Logcenter fuori i confini campani. A gennaio abbiamo avviato il piano franchising con la prima sede a Bari. È un progetto che ha l’obiettivo di aprire 5 filiali nei prossimi anni.

Altra operazione su cui stiamo lavorando è Logrent, il cui core business si concentra su un target molto preciso, cioè il noleggio di macchinari e attrezzature di grandi dimensioni per l’edilizia. Fiore all’occhiello di Logrent è Nolo per te, l’unico sistema che ottimizza il canone di noleggio delle attrezzature in base alle reali esigenze dell’impresa. Logrent gode di un’organizzazione propria, con un sales, service e marketing dedito allo sviluppo aziendale.

Un altro progetto, ma questa volta da franchisee è Italnolo. Italnolo è un noleggio professionale per aziende e privati e si differenzia da Logrent, proprio per la sua “generalizzazione”; tutti possono noleggiare da Italnolo, dall’imprenditore edile alla casalinga. Per ora abbiamo due sedi, Teverola e Melito e stiamo lavorando per l’apertura della terza.

E poi c’è AC Consulting, lo studio di mia moglie, dottore commercialista esperta in servizi di consulenza aziendale. Ha sviluppato per le aziende il GreenPassf24, un protocollo per ottimizzare il carico fiscale che consente alle imprese di ridurre al minino le imposte da pagare e di avere più liquidità per raggiungere gli obiettivi di crescita.

Quali sono i valori a cui s’ispira per guidare il cambiamento della Sua impresa?

Il cambiamento a cui mi ispiro riguarda la modalità di lavorare, competenze, conoscenze e capacità professionali necessarie per sopravvivere nella digital economy.

La risposta alla domanda è, quindi, nell’innovazione, che deve riguardare l’organizzazione nel suo insieme e non più nelle singole aree. Si deve partire in primis dal modello di business, cioè dall’insieme delle soluzioni strategiche e organizzative attraverso le quali l’impresa acquisisce vantaggio competitivo creando valore, per arrivare fino alle modalità con cui le persone pensano e agiscono, cioè la cultura aziendale.

Tutto ciò che viene fatto dev’essere etico e trasparente, alla luce del sole, poiché dove esiste un’etica esiste una soluzione e il conseguente raggiungimento della meta.

L’attenzione principale è sempre rivolta al cliente, attore protagonista del nostro processo.

Anche nei confronti dei collaboratori poniamo una particolare attenzione, poiché li reputo i nostri “clienti interni”. Infatti abbiamo sviluppato un’Academy interna, per offrire loro una scuola di formazione sia a livello tecnico che socio-culturale. Ogni collaboratore non è tenuto a lavorare bene solo perché è pagato per farlo, ma perché è parte fondamentale di un processo strutturato; con il suo lavoro potrà dimostrare la sua bravura e raggiungere la sua meta, portando un accrescimento all’azienda.

Quali sono i concetti fondamentali da cui partire per innovare e rinnovare in azienda?

Mi sto sforzando di formare una prima linea di manager e dirigenti capaci, poiché se formi un bravo responsabile, noi vertici non siamo più i soli a “combattere” e a gestire le risorse umane. Se vogliamo, inoltre, rinnovare l’azienda dobbiamo partire dai principi di Industria 4.0. Oggi viviamo in un mondo sempre più veloce: basti pensare all’acceleratore dei messaggi vocali di WhatsApp, che ne è un esempio lampante. Per non farci prendere da un ritmo così vertiginoso, dobbiamo “farci amica” la tecnologia; io per primo ho sempre pensato che, se si ha un “nemico”, è molto meglio farselo amico, in modo da non avere ostacoli.

Il Covid è stato esempio lampante; si sono state enfatizzate le call, gli appuntamenti su Skype e non solo, e non c’è più neanche un contatto umano. Farsi amica la tecnologia, quindi, significa capire qual è il processo che velocizza prodotti e servizi offerti, e che risolve problemi al cliente.

Noi, ad esempio, operiamo B2B e la nostra filosofia di vendita è “risolvere un problema al cliente”.
Per questo che abbiamo creato un sistema di Fermo Zero, che consiste nell’assistenza a “tempo zero”. Funziona così: il cliente si registra sulla piattaforma, chiama il service e la chiamata arriva direttamente al furgone del service più vicino. In questo modo, il furgone non deve sempre fare capo alla sede principale per operare, e questo ha consentito di ottimizzare il processo internamente; con Fermo zero abbiamo risolto un problema.

In che modo il mercato di riferimento, in cui Lei si muove ogni giorno, sta cambiando e si sta evolvendo?

Oggi, nel nostro settore, siamo sulla cresta dell’onda: la domanda supera l’offerta, e grazie a una serie di agevolazioni statali, chi fa parte del territorio italiano sta acquistando. E le fabbriche, spesso, non ce la fanno ad acquistare i carrelli. Oggi è arrivato il nostro momento, e ce lo prendiamo, anche perché siamo quella compagine imprenditoriale che, in 10 anni, ha subito già 3 crisi.

Perché le aziende dovrebbero prepararsi, e come, alla sempre maggiore diffusione dei processi produttivi ispirati all’Industria 4.0 nel mondo del lavoro?

I processi produttivi dovrebbero essere differenzianti, rivolti all’ottimizzazione del lavoro e al rendimento massimo. Un esempio che faccio spesso è che oggi, con l’automazione, avremo sempre più posti di lavoro mancanti, come accadde per i casellanti in autostrada, sostituiti dalle casse automatiche; tuttavia, adesso quegli operatori hanno competenze diverse. Quindi, ci saranno posti di lavoro in meno, però andremo a elevare le competenze di altri lavoratori, e quindi il livello medio dell’operatore s’innalzerà. Non avremo più, ad esempio, chi raccoglie col muletto o a mano i pacchi contenenti la merce, ma avremo chi saprà utilizzare i software per gestire i flussi e la movimentazione dei carichi. Non sarà facile, anche perché oggi abbiamo una generazione in cui i figli sono più poveri dei genitori, e viviamo in un’epoca molto particolare in cui la situazione economica è ribaltata rispetto al passato. Inoltre, con il sistema di oggi, la nostra generazione si ritrova a subire una vita molto più veloce, con un livello concorrenziale da far paura. E allora, devi far uscire per forza il genio che è in te.

Personalmente, noto che oggi tante persone chiedono ancora aiuto ai genitori; il mattone non è più un investimento sicuro; e il mondo è diventato più piccolo, perché ormai anche Londra dista solo un’ora d’aereo. Abbiamo un livello di concorrenza da far paura, anche perché ti ritrovi in una situazione dove il tuo competitor è a distanza di un click, e se il contatto va da un altro, hai perso il cliente. Ormai funziona così: l’unico elemento che ti permette di rendere produttiva la tua azienda è essere autorevole e differenziarti rispetto alla concorrenza.

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